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Parlare oggi di diabete significa parlare di una patologia con un’incidenza sempre maggiore. Nel mondo si stimano oltre 530 milioni di adulti con diabete, numero destinato ad aumentare a 640 milioni nel 2030. In Europa la malattia interessa circa 60 milioni di adulti. In Italia, stando ai dati Istat, sono più di 3 milioni le persone che hanno a che fare con il diabete, circa il 6% della popolazione.
Il 14 novembre è la Giornata mondiale del diabete. Perché? La data corrisponde a quella di nascita del professor Banting, che assieme al suo allievo Best isolò l’insulina nel 1921, cambiando la storia dei malati di diabete mellito, permettendone la sopravvivenza.
Il 14 novembre è la Giornata mondiale del Diabete
Che cos’è il diabete?
Il diabete, ci spiega Humanitas Salute, è una malattia caratterizzata dall’aumento dei livelli di zucchero nel sangue. Quando il paziente presenta un difetto nell’azione dell’insulina, l’ormone prodotto dal pancreas che mantiene stabili i livelli di glucosio nel sangue, si sviluppa il diabete. Questo può essere di due tipologie: il diabete di tipo 1, una forma più rara e molto severa che si associa all’assenza totale di insulina a causa dell’azione di autoanticorpi, e il diabete di tipo 2, che interessa il 90% circa dei pazienti diabetici. Il diabete di tipo 2 è generalmente provocato da insulino-resistenza, dunque da una diminuzione della capacità di azione dell’insulina, che porta a un aumento della produzione epatica di glucosio e, al contempo, a un minor consumo di questo da parte dei muscoli. Se non è possibile prevenire il diabete di tipo 1, il discorso cambia quando si parla di diabete di tipo 2. In questo caso, infatti, lo stile di vita gioca un ruolo cruciale in termini di prevenzione: un’alimentazione equilibrata e la pratica abituale di attività fisica aiutano a ridurre i livelli di glicemia.
Il diabete in Italia
Secondo i dati Istat, in Italia:
- Si stima una prevalenza del diabete pari a circa il 6% della popolazione che corrisponde a oltre 3 milioni e mezzo di persone.
- ll diabete di tipo 2, detto anche diabete dell’adulto, è i più frequente e rappresenta il 90% dei casi di diabete.
- Il diabete di tipo 1, detto anche diabete giovanile o insulino-dipendente, rappresenta circa il 10%.
- Nel biennio 2020-2021, secondo i dati del Sistema di sorveglianza Passi dell’Istituto Superiore di Sanità, poco meno del 5% della popolazione adulta di 18-69 anni ha riferito una diagnosi di diabete. L’indagine non specifica tra diabete di tipo 1 e diabete di tipo 2.
- La prevalenza di diabetici cresce con l’età (è il 2% tra le persone con meno di 50 anni e sfiora il 9% fra quelle di 50-69 anni).
- È più frequente fra gli uomini che fra le donne (5,1% vs 4,2%).
- L’86% delle persone con diabete ha dichiarato di essere sotto trattamento farmacologico per il controllo del diabete, la gran parte (79%) con ipoglicemizzanti orali e circa 1 paziente su 4 con insulina.
Come prevenire il diabete?
La prevenzione primaria del diabete di tipo 2 si identifica con la promozione di stili di vita corretti finalizzati anche alla prevenzione dell’eccesso ponderale. L’adozione di uno stile di vita sano e attivo può prevenire fino all’80% dei casi di diabete di tipo 2, che, se trascurato può, causare malattie cardiache, cecità, amputazioni, insufficienza renale, morte precoce.
Nel diabete di tipo 1 la prevenzione si identifica con la diagnosi precoce. In entrambe le tipologie di malattia l’adeguata gestione della patologia da parte del paziente e del team diabetologico ne consente il controllo ottimale e la riduzione delle complicanze.
Diabete di tipo 1: l’alimentazione corretta
Il paziente affetto da diabete mellito di tipo 1 deve seguire un’alimentazione adeguata, senza subire restrizioni.
Generalmente questi pazienti, non essendo in sovrappeso, non hanno bisogno di una dieta ipocalorica, ma il loro fabbisogno calorico va valutato in base a diversi fattori:
– l’età;
– il sesso;
– l’attività lavorativa;
– l’attività fisica.
La composizione della dieta per il diabetico di tipo 1 (e anche di tipo 2) è sostanzialmente uguale a quella di chi non ne soffre, e cioè deve prevedere 10-15% di proteine, 25-30% di grassi – meglio se di origine vegetale – e 55-60% di carboidrati.
Anche il vino può essere presente nella dieta del diabetico, tenendo però presente che non deve superare il 6% delle calorie totali quotidiane (l’equivalente di un bicchiere di vino). Un ruolo molto importante è svolto dalle fibre vegetali, in particolare quelle idrosolubili, perché riducono i livelli di glucosio e di colesterolo nel sangue e ritardano lo svuotamento dello stomaco.
Alimentazione per chi ha il diabete mellito di tipo 2
La prima terapia per il paziente affetto da diabete mellito di tipo 2 è la modifica dello stile di vita attraverso il controllo dell’alimentazione, la riduzione del peso e l’attività fisica quotidiana.
La dieta deve essere varia, vanno preferiti i cibi non processati e gli alimenti integrali, che saziano in maggiore misura rispetto ai prodotti raffinati. Inoltre rallentano l’assorbimento dei carboidrati tenendo più bassi i valori della glicemia.
Occorre poi fare attenzione ai dolci e ai cibi che contengono zucchero, evitare pasti troppo abbondanti ed eventualmente ricorrere a spuntini durante l’arco della giornata (per esempio a metà mattina e a metà pomeriggio) per evitare di arrivare troppo affamati ai pasti.
Il ruolo dell’attività fisica
Anche l’attività fisica contribuisce al controllo del diabete. Lo sport, infatti, consente di migliorare l’insulino-sensibilità e, dunque, i parametri metabolici del paziente. Nonostante l’importanza che l’esercizio fisico riveste nel quadro del trattamento della patologia, i dati non sono incoraggianti: è infatti solamente il 20% dei pazienti con diabete a praticare sport regolarmente. Ovviamente l’attività sportiva va eseguita in accordo con il proprio medico curante e in base alle proprie condizioni fisiche, ma è necessario cercare di avere una vita quanto possibile attiva.
Lo sport consente di migliorare l’insulino-sensibilità
Il legame diabete-obesità
Secondo uno studio del National Diabetes Statistics Report, la maggior parte delle persone affette da diabete di tipo 2 ha un peso non sano. Il 16,5% delle persone affette da diabete ha un’età superiore ai 65 anni. Ciò comporta che se la patologia è causata da una condizione di obesità, le possibilità di sottoporsi ad interventi di chirurgia bariatrica in anestesia totale si riducono drasticamente.
Esistono opzioni meno invasive, che possono avere effetti positivi nel decorso della malattia. «Uno studio retrospettivo condotto su 226 pazienti diabetici o con prediabete ha messo in luce come il Programma per la perdita di peso con il palloncino deglutibile Allurion, possa rappresentare un’alternativa efficace e mini-invasiva per il trattamento dell’obesità e delle comorbidità ad essa correlate come il prediabete ed il diabete di tipo 2 – spiega la dottoressa Roberta Ienca – Lo scopo è quello di fornire un ventaglio più ampio di possibilità terapeutiche al paziente e di creare percorsi sempre più personalizzati, considerando che a volte la sola terapia farmacologica è insufficiente e che la chirurgia bariatrica può essere controindicata o rifiutata dal paziente».
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