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Ci sono domande che in tanti appassionati si saranno posti: cosa mangia un calciatore professionista? E, in generale, che tipo di dieta segue un atleta di alto livello? A queste domande ha provato a dare risposta Dole, uno dei maggiori produttori e distributori al mondo di frutta e verdura fresca e di alta qualità, e Atalanta, la società calcistica di Bergamo. Dole è, infatti, healthy food sponsor della prima squadra neroazzurra.
La sala da pranzo dell’Atalanta nel centro sportivo di Zingonia
I segreti dell’Atalanta a tavola
Dennis Dell’Unto è il nutrizionista di Atalanta e lavora fianco a fianco con Gabriele Calvi, cuoco della società bergamasca, in quello che i due definiscono scherzosamente “un matrimonio” tra la parte scientifica e quella del gusto. I due hanno il compito di preparare ogni giorno, di comune accordo, i menu per i calciatori. «La tipologia di dieta per un atleta professionista varia sia in base al tipo di sport praticato sia chiaramente se si tratta di un giorno di lavoro o di riposo – ha evidenziato Dell’Unto – Io personalmente sono un sostenitore della dieta mediterranea, anche se in generale ci siamo un po’ persi su questo argomento. Basti pensare ai cereali, che ora sono in gran parte raffinati. In questo modo le cose cambiano».
Dennis Dell’Unto e Gabriele Calvi
Il riferimento è, quindi, alla qualità degli ingredienti, principio cardine che guida il lavoro di Atalanta e di Dole. «Tutto parte da qui – ha confermato chef Calvi – Senza la giusta ricerca delle materie prime non si va avanti. La qualità degli ingredienti è la base di una cucina sana». A Calvi, poi, spetta il compito più arduo. «Il segreto è bilanciare i grassi – ha aggiunto – Dobbiamo però tenere conto anche dell’importanza di rendere tutto comunque gustoso e con questo obiettivo lavoriamo insieme al nutrizionista per trovare i giusti equilibri, con attenzione alle spezie e alle temperature. La tecnologia ci dà una mano fondamentale».
Idratazione e macronutrienti
Rispetto ad un individuo che non pratica alcun tipo di attività fisica, l’alimentazione di uno sportivo si differenzia principalmente nella quantità di calorie di cui ha bisogno nell’arco della giornata e ancor più se si tratta di sport a livello agonistico. È necessario incrementare il fabbisogno di macronutrienti quali proteine, carboidrati e grassi, oltre che di vitamine, sali minerali, fibre ed acqua:
- I carboidrati, in quanto hanno una funzione energetica primaria e supportano lo sforzo fisico;
- Le proteine, indispensabili per costruire e riparare i tessuti, oltre che far crescere la massa muscolare;
- I grassi, con un compito sia energetico sia strutturale, soprattutto delle membrane cellulari;
- Le vitamine, i minerali e le fibre, perché aiutano a proteggere l’organismo;
- L’acqua, fondamentale per la regolazione termica.
Proprio l’idratazione è un punto centrale per Dell’Unto. «Tra le cose a cui un atleta deve prestare la massima attenzione c’è l’idratazione – ha spiegato – Dobbiamo bere dai due ai tre litri d’acqua, ma uno sportivo può arrivare anche a quattro. Negli atleti, per sostenere lo sviluppo muscolare, è molto importante che vengano assunti alimenti ricchi di ferro – come carne magra, pesce, legumi, vegetali di color verde scuro, noci e cereali – mentre, per quanto riguarda la massa scheletrica è bene assumere un maggior apporto di fosforo e ferro, almeno 1200 mg/die».
La frutta per gli spuntini
Ma in tutto questo che ruolo ha la frutta? A spiegarlo è sempre il nutrizionista di Atalanta: «La frutta è un prodotto centrale soprattutto negli spuntini. Il mito da sfatare è che la frutta sia troppo zuccherina per un’atleta». L’Atalanta ne utilizza tanta, soprattutto fresca, ma anche sotto forma di concentrati, succhi o di marmellate, che vengono preparate nelle cucine del centro sportivo di Zingonia e che servono poi per preparare i dolci, tra i fiori all’occhiello della cucina proposta da Calvi, che utilizza farine di tipo 1 e 2.
La frutta di Dole
Percorsi personalizzati per ogni atleta
Un’altra complessità è sicuramente data dalle diverse necessità di ogni atleta. «L’obiettivo principale è quello di personalizzare la proposta per ogni singolo atleta – hanno spiegato Dell’Unto e Calvi – Il punto di partenza, la base, è comune e poi si lavora sulle singole necessità. Oggi, a differenza del passato, ci sono molti più elementi per analizzare le caratteristiche di ogni calciatore e lavorare in questo senso».
Allo stesso tempo poi, i calciatori sono atleti di alto livello e sono spesso preparati anche sotto il punto di vista nutrizionale. «Anche dopo i periodi di pausa non ci sono problemi – hanno proseguito chef e nutrizionista – L’atleta oggi è molto attento anche al di fuori del centro sportivo e ha già un’educazione alimentare che lo aiuta».
E l’educazione alimentare è un altro elemento cardine che caratterizza sia il lavoro di Dole sia quello di Atalanta, che presta la massima attenzione sia con il suo settore giovanile sia nei progetti con le scuole. «Noi di Dole promuoviamo da sempre un consumo quotidiano, giocoso e divertente di frutta fresca e riteniamo sia importante sin da piccoli imparare ad apprezzarla e a conoscerne gli innumerevoli benefici», ha evidenziato Cristina Bambini, responsabile marketing di Dole Italia. «È bene che giovani e adulti abbiano una consapevolezza alimentare e che seguano una dieta il più possibile varia ed equilibrata, che preveda una corretta ripartizione dei pasti e dei nutrienti senza troppe rigidità: la cosa importante è fornire all’organismo il corretto apporto di energia attraverso un programma nutrizionale completo, in accordo con la propria età, il sesso e l’esercizio fisico seguito», ha concluso Dell’Unto.
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