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Mettetevi comodi, ma non troppo, perché trascorrere molto tempo seduti può fare male alla salute. A dirlo è una ricerca della Queen’s University condotta con la Ulster University di Belfast secondo cui 70 mila persone muoiono ogni anno in Gran Bretagna per patologie legate alla sedentarietà sul posto di lavoro. Una cattiva abitudine se quantificabile in oltre sei ore trascorse sulla sedia. Dei rischi della sedentarietà e di come il nostro organismo non sia fatto per la sedentarietà ne ha parlato Humanitas Salute in un articolo che riportiamo qui integralmente.
Fumo e sedentarietà al lavoro: stessi rischi?
Questa indagine non è la prima in materia; conferma, piuttosto un altro studio condotto negli USA nel 2017, in base al quale stare troppo seduti aumenterebbe significativamente il rischio di ammalarsi di diabete di tipo 2, sviluppare un cancro al colon o ai polmoni e di soffrire di patologie cardiache. Va precisato che lo studio non considera il tempo che si passa seduti a casa; un addendo che aggrava ulteriormente la situazione. Lo studio arriva a paragonare la sedentarietà nel posto di lavoro al fumo: le sedie sarebbero quindi le nuove sigarette rischiando di produrre danni altrettanto gravi alla salute delle persone. La sedentarietà ha sull’organismo conseguenze molto più vaste di quello che si pensava e non solo l’obesità è legata alla mancanza di moto. Ci sono conseguenze sugli ormoni, sul metabolismo, sul colesterolo, sull’insulina e sui meccanismi che regolano la presenza di zuccheri e grassi nel sangue. Anche la memoria di chi sta troppo seduto subisce danni e le cellule del suo cervello si rinnovano con maggiore lentezza. Per porre rimedio a una situazione che non è sempre in proprio potere governare servirebbe alzarsi e fare due passi almeno una volta ogni ora o scegliere, quando naturalmente è possibile, di fare quello che di solito si fa da seduti restando in piedi. In alcune aziende, ad esempio, molte riunioni già si tengono in piedi, con il vantaggio di ridurne la durata.
Le soluzioni per combattere la sedentarietà
Gli esperti che hanno condotto la ricerca hanno invitato i datori di lavoro a trovare soluzioni, anche modificando il layout degli uffici e l’organizzazione dei processi per evitare che gli impiegati restino seduti troppo a lungo. Leonie Heron, la dottoressa che ha guidato la ricerca, invita ogni azienda a cercare rimedi: «In sostanza abbiamo scoperto che il modo con il quale è strutturata la giornata lavorativa di moltissime persone rischia di danneggiarne la salute. Non si tratta solo di fare attività fisica nel tempo libero, bisogna che il mondo del lavoro si faccia carico di questo problema». Per fugare ogni facile illusione i ricercatori smentiscono, infatti, che frequentare una palestra all’uscita dall’ufficio possa risolvere il problema, perché gli effetti accumulati in sei ore da seduti non si eliminano con mezz’ora di esercizi. Le abitudini devono essere cambiate in profondità ripensando al modo in cui è stato organizzato il lavoro negli ultimi decenni e rivedendo anche il comportamento tenuto a casa. Si è scoperto che i bambini che trascorrono molto tempo seduti davanti alla tv o al computer saranno più invogliati a stare seduti anche da adulti. E il problema è aggravato dal fatto che le attività quotidiane che prima richiedevano di uscire di casa e muoversi (cinema, fare acquisti, visite, giochi) oggi possono essere svolte a domicilio seduti davanti a un computer. Ma c’è un piccolo particolare da non dimenticare: il nostro organismo non è stato progettato per stare fermo.
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